Le Isole Svalbard, in Norvegia, rappresentano una delle mete da sogno che tutti desiderano raggiungere almeno una volta nella vita. Ciò che più affascina di questo arcipelago dell’Antartide è il paesaggio, fatto di ghiacci, montagne innevate e lande ghiacciate pressoché disabitate.
Eppure non tutti sanno che proprio le Isole Svalbard ospitano quella che è considerata la cittadina mediamente popolata più a nord del mondo. Si tratta di Longyearbyen che si trova sull‘isola di Spitsbergen, al parallelo 78 nord e si affaccia sullo spettacolare Adventsfjord.
Cosa tratteremo
Longyearbyen: la piccola perla dell’Antartide
Longyearbyen appare, a chi ha la fortuna di visitarla, come una sorta di miraggio in un mondo glaciale. È quasi totalmente circondata da montagne dalle vette aguzze, tranne sul lato in cui è bagnata dal Mar Glaciale Artico.
Ci si chiede com’è possibile che ci sia una città nell’Antartide. Ebbene, tutto è nato nel 1901 quando la nave Augusta Vittoria raggiunge questo angolo della Terra con finalità puramente turistiche. A bordo c’era lo statunitense J. Munroe Longyear con tutta la sua famiglia. L’uomo rimase subito affascinato dal luogo e ne intuì subito le potenzialità, tanto da decidere di stabilire qui nel 1906 la compagnia mineraria “Artic Coal Company”, compresa una miniera di cui sono ancora visibili i resti. Col tempo nacque una cittadina, inizialmente con il nome di Longyear City, che si sviluppò grazie alla produzione del carbone.
Si pensi che le Svalbard, dunque anche l’isola di Spitsbergen dove sorge Longyearbyen, sono state occupate nel corso della Seconda Guerra Mondiale dai tedeschi, che qui stabilirono la loro stazione meteorologica, importante ai fini degli sviluppi del conflitto.
Oggi Longyearbyen smentisce le apparenze di un centro freddo e austero, rivelandosi invece vivace, alla stregua delle case colorate che la compongono. Longyearbyen ha una mentalità aperta e multiculturale, giustificata dagli abitanti provenienti praticamente da tutto il mondo.
Le case a Longyearbyen, coloratissime per distinguersi nel biancore glaciale circostante, sono costruite l’una accanto all’altra come se fossero palafitte, per evitare che entrino a contatto col terreno quando in estate il ghiaccio comincia a sciogliersi. Le stesse tubature sono interrate, per evitare il congelamento nel corso del rigido inverno.
Cosa vedere a Longyearbyen
A Longyearbyen non manca davvero nulla, dall’università più settentrionale al mondo all’ospedale, scuole e locali di divertimento.
Il centro dove si svolgono gli eventi più importanti è l’Huset, ideato da Jakob Hansen, lo stesso che ha progettato il Colosseum Cinema a Oslo. All’interno dell’Huset si trova la più grande cantina di tutta la Scandinavia, con circa 1300 etichette e più di 20 mila bottiglie, da assaggiare nel ristorante all’interno della stessa struttura.
Non sono pochi nemmeno i musei a Longyearbyen, a partire dal The North Pole Expedition Museum che, come suggerisce il nome, è di fatto dedicato alle esplorazioni partite alla volta del Polo Nord. Si trovano qui raccolti modellini, cimeli, documenti e mappe relativi soprattutto a quei dirigibili che sono partiti proprio da Longyearbyen.
La Wildphoto Gallery custodisce le più belle foto scattate dagli esploratori Roy Mangersnes e Ole J. Liodden nel corso delle loro spedizioni, mentre la Svalbard Art Gallery è dedicata all’intero arcipelago delle Svalbard.
Aggirandosi per le fredde strade di Longyearbyen si notano molte motoslitte, oltre che biciclette e automobili. Sono proprio questi i mezzi con i quali muoversi su vie che non sono chiamate con un nome, ma solo con un numero.
Affidandosi a guide esperte, è possibile partire da Longyearbyen per escursioni a dir poco indimenticabili. Per esempio ci si può incamminare alla volta dell’Adventfjorden, il fiordo norvegese più lungo dopo quello di Sognefjord, all’ombra di montagne aguzze. In questo caso il limite di questo percorso è il cartello che segnala la presenza di orsi. Oltre, infatti, è possibile incontrare questi feroci e affascinati animali e non è consigliato avventurarsi nel loro territorio.
C’è poi la possibilità di visitare le antiche miniere di carbone oppure scoprire gli antichissimi fossili presenti a Deltaneset o nella valle Longyear, risalenti anche a 60 milioni di anni fa.
Nei pressi di Longyearbyen sorge poi Global Seed Vault, chiamata anche Arca di Noè in quanto contiene le sementi presenti in tutto il mondo, al fine di preservare la biodiversità terrestre. All’esterno appare come il case di un pc, ma l’intera struttura è interrata sotto la montagna gelata.