La Sacra di San Michele, conosciuta anche come Abazia di san Michele della Chiesa, è un complesso architettonico localizzato sulla cima del monte Pirchiriano in Val Susa.
La struttura, che si erge da un imponente basamento di 26 metri quadrati, si trova a quasi 1000 metri di altitudine, al confine tra la Pianura Padana e un tratto delle Alpi Cozie, in provincia di Torino.
Dal XII al XV secolo questa abazia fu uno dei più importanti centri del culto Benedettino, arrivando a richiamare da tutta Europa monaci che si fermavano per mesi a prestare il loro aiuto alla popolazione delle montagne circostanti.
Lo scenario del luogo ha ispirato lo scrittore Umberto Eco nella stesura del suo famoso romanzo “Il nome della rosa“, ambientato appunto in un monastero benedettino arroccato su una montagna.
Cosa tratteremo
Storia della Sacra di San Michele
Fin dall’epoca romana la zona dove poi sorgerà il complesso era considerata strategica per controllare il transito degli invasori. Proprio per questo, è citato in numerosi fonti storiche risalenti al 900-1000 d.C.
La costruzione venne occupata dapprima dai Longobardi e poi dai Franchi, che in Val di Susa stabilirono alcune basi di stanziamento per le truppe. Nell’alto Medioevo l’arcivescovo di Ravenna, secondo la leggenda, ebbe una visione di Michele Arcangelo durante una visita al monastero che pertanto venne dedicato al santo. Sul finire del X secolo la costruzione fu arricchita con ornamenti gotici che rimangono tuttora una delle principali attrattive della basilica.
Risale, invece, al XII secolo la costruzione della parte settentrionale dell’edificio (oggi in rovina) chiamata “Nuovo Monastero”, a cui vennero aggiunte una biblioteca e una zona per ospitare i monaci.
La chiesa attuale, chiamata “Nuova Chiesa” presenta alcuni tratti in stile romanico associati ad altri gotici, un accostamento che la rende un esempio particolarmente pregevole.
Nel 1800 Carlo Alberto di Savoia collocò stabilmente una congregazione religiosa controllata da Antonio Rosmini nei locali della basilica, a cui fece seguito la nomina di Chiesa Rosminiana da parte del Papa Gregorio XVI.
La Sacra di San Michele è “abbatia nullius”, ossia consentiva l’esenzione dal controllo vescovile per molti secoli, fino al 1817, quando passò sotto la diocesi di Susa.
Quali sono le principali attrattive della Sacra di San Michele
La Sacra di San Michele è una delle attrattive più interessanti della Val di Susa, non soltanto per la sua struttura architettonica, ma anche per il contesto naturale in cui è inserita. Essa, infatti, è raggiungibile attraverso itinerari escursionistici che si snodano su una lunga via crucis, con un dislivello di circa 600 metri. Si tratta di un luogo magico e misterioso, in quanto sospeso a 1000 metri d’altezza e da cui è possibile godere di un incantevole panorama.
Questo colosso in pietra grigia si staglia sull’orizzonte con una facciata alta più di 40 metri, inserendosi armoniosamente nel contesto naturale della Val Susa.
Dal punto di ingresso è possibile raggiungere la basilica salendo una ripida scalinata, chiamata “Scalone dei Morti”. Secondo la leggenda, infatti, sotto ogni gradino erano custoditi gli scheletri di alcuni monaci.
Lo Scalone dei Morti comprende 343 gradini, si sviluppa appoggiato su una parete rocciosa e presenta numerosi capitelli decorati con leoni.
Cosa vedere all’interno della Sacra di San Michele
Attraverso il Portale dello Zodiaco, scolpito con bassorilievi ispirati ai segni zodiacali, intrecciati con grifoni aquile e leoni, si entra nel monastero, che con la sua imponenza e maestosità impressiona qualsiasi visitatore.
La prima costruzione che si incontra è il piccolo rudere del Sepolcro dei Monaci, che, secondo alcuni studiosi, sarebbe una riproduzione del Santo Sepolcro.
All’ingresso della basilica si trova la statua di San Michele, rappresentato come angelo guerriero che combatte contro i demoni. La parte più suggestiva dell’intera costruzione è la chiesa vera e propria, a pianta irregolare, al cui interno si possono ammirare numerosi sarcofagi di laici e monaci.
La Torre della Bell’Alda è situata all’esterno della chiesa a strapiombo sul precipizio del monte Pirchiriano. Da questa struttura si può ammirare un incredibile panorama affacciato sul vuoto.
Pur essendo una struttura sostanzialmente romanica, la Sacra di San Michele presenta molte decorazioni gotiche, con archi rampanti che si integrano bene all’interno delle navate.
Secondo la leggenda della sua edificazione, San Giovanni Vincenzo (arcivescovo di Ravenna) fu aiutato da schiere di angeli nella costruzione del monastero, tanto imponente e sul cocuzzolo di una montagna.
La strada per arrivare all’abbazia è la “Via Angelica“. Secondo le tradizioni popolari, è tracciata dalla spada di San Michele. Una leggenda che ha affascinato i pellegrini che fin dal Medioevo la percorrono a piedi salendo il colle.
A conferma dei vari miti collegati alla Sacra di San Michele, vi è l’Affresco della Leggenda. Si tratta di un’opera d’arte presente all’interno della costruzione, dove monaci sono affiancati da molti animali che ricordano i bestiari del medioevo. Anche l’Affresco dell’Assunzione è un’altra attrattiva del monastero, non soltanto per la sua pregevole fattura, ma anche per l’anomala disposizione dei personaggi.