Si dice che il modo migliore per scoprire una gemma nascosta è quella di perdersi; lasciare che siano il paesaggio e i suoi profumi a condurci fino alla meraviglia. In questa avventura nella terra di mezzo tra la zona collinare di Torino e Asti, scopriremo insieme le meraviglie del Pianalto Astigiano, adagiato sul limite occidentale del basso Monferrato.
Cosa tratteremo
Patrimoni dell’Unesco
Nella lista insieme ai patrimoni dell’UNESCO, il Pianalto Astigiano quasi “sorvola” il resto del territorio a una media di 250 metri di altezza. Qui si respirano le Alpi e i boschi delle Langhe, ma si osserva un paesaggio con elementi pianeggianti: distese di campi e magnifici castelli, antichi borghi, lunghi rettilinei e strade minori strette e sinuose che donano quadretti incantati dai sapori unici e tradizionali.
Il comune di Valfenera
Ci troviamo al limite occidentale di Asti, e al centro del Pianalto Astigiano troviamo la città di Valfenera.
In tempi passati sorgeva una antica colonia romana ma è diventata presto, in periodo medievale, la città delle sette torri. Si narra che il suo castello, dotato di questi numerosi pinnacoli, fu distrutto nella seconda metà del 1500. Qui si può trovare il Parco della Rocca, sviluppato da un progetto partito da volontari e cittadini; ancora in evoluzione tra animali selvatici e applicazioni didattiche.
A Valfenera non mancano edifici preziosi come Palazzo Villa e il Fabbricato della Filatura, rispettivamente sede Municipale e luogo simbolo dell’archeologia industriale. Passeggiando nel mezzo delle vie è impossibile non notare la Ciuchè Much, il pinnacolo “mozzo” risalente al medioevo che funge da campanile. La chiesa parrocchiale dei Santi Bartolomeo e Giovanni il Palazzo Morozzo della Rocca risale invece alla fine del 1500, e a partire da questa data possiamo riscoprire le sorprendenti Villa Berardi, Villa Scanagatti e Villa Toso, piccoli gioielli dell’architettura.
Valfenera non si limita alle belle vedute: da quest’angolo rurale risale il sapore tipico della Tinca Dorata, un popolare piatto composto dalla morbida carne di un pesce dai colori brillanti e dal sapore proteico. Il vino, caratteristico di queste zone, è il famoso Barbera d’Asti e il Barbera del Monferrato.
Villanova
Proseguendo lungo la strada provinciale verso Nord-Ovest, incontriamo Villanova. Fondata nel 1248, è divenuta anche lei un luogo di interesse turistico nell’area del Monferrato Astigiano. Qui possiamo trovare l’inizio di un percorso che come meta finale arriva fino ai piedi di Torino.
Il Comune viene sfiorato dall’antica via Francigena, offrendo l’opportunità di uno scorcio che scende e vola libero lungo tutto il panorama Astigiano. Fuori dall’abitato non bisogna perdersi il Santuario della Beata Vergine delle Grazie, luogo della famosa “Infiorata”. Guardando verso Torino, si vedrà la torre romanica del castello di Corveglia, antichissimo.
Entrando nel centro storico si ammira la torre che svetta fin dal tardo medioevo, il simbolo della città, non certo povera di architetture. La parrocchiale di San Pietro ne è un esempio, con il suo legno dorato e le tele di Guglielmo Caccia. Il parrocchiale di San Martino con la sua Madonna del Clemente si aggiunge alle incantevoli meraviglie di fine ‘600.
Da non farsi scappare a pranzo è sicuramente la Gallina Bionda. Qui ne dedicano perfino una fiera: un pollo dalle nobili (e proteiche) caratteristiche.
San Paolo Solbrito
Dirigendoci verso est troviamo San Paolo Solbrito, nascosto nel verde in un’area piena di sorgenti. Da non perdere sono le sinuose vie di cui parlavamo all’inizio dell’articolo, piccole e affascinanti, collegano i paesi limitrofi. Gli scorci sono mozzafiato.
Il comune è stato unificato da due piccoli borghi nel 1928: San Paolo e Solbrito. A Solbrito si possono notare alcuni resti del castello, ma purtroppo a San Paolo queste sono state cancellate dal tempo. Ancora splendido è, invece, il Palazzo dei conti Gay di Montariolo e il parco adiacente, la chiesa parrocchiale con la sua architettura in stile barocco e il Santuario. La si può trovare a pochi km dall’abitato, in dedica alla Beata Vergine di Vico.
Ognuno di questi luoghi, si è capito, è dotato di un suo piatto speciale. Qui è doveroso provare le “ancioe al verd”, acciughe annegate in olio, aglio e prezzemolo. Non dimenticare, magari a fine pasto, di assaggiare il loro miele.
Dusino San Michele
Riscendendo verso Valfenera, si può incontrare il castello di Dusino, anticamente attorniato da possenti mura, e il Castello di San Michele. Anche qui, a Dusino San Michele, ci ritroviamo davanti all’unione di due borghi in un’unica realtà.
Passeggiando in questo splendido paesaggio rustico possiamo notare la chiesa di San Rocco e la parrocchia di San Michele dalle origini, addirittura, romaniche. Qui è possibile gustare gli gnocchi, protagonisti della sagra di settembre, e la tipica carpionata di zucchine. Insieme ai vini locali ci si innamora del Freisa d’Asti, semplicemente unico nei suoi retrogusti.
Cellarengo
Continuando verso il basso in direzione ovest, Cellarengo ci ferma insieme alle ultime aree collinari del Monferrato.
Alle porte del piccolo paese è possibile visitare la cappella di San Firmino, il patrono del borgo. Giunti alla piazza centrale invece, Piazza Castelvecchio, troviamo la parrocchia di San Giovanni Battista. I dipinti provengono dalla mano di Luigi Morgari.
A Cellarengo ritroviamo a tavola le già citate tinche del Pianalto, una prelibatezza da mangiare fritte o “in carpione”.
Ferrere
Giungiamo con Ferrere alla fine di questo viaggio sul Pianalto Astigiano. Ferma e impassibile al di sopra di sette colli, Ferrere nasce nel 1142 e ci delizia ancora oggi con i suoi due castelli: Castelvecchio e Castelrosso, quest’ultimo chiamato così per il colore scelto all’epoca. Da non perdere San Secondo, di inizio ‘600 e la Confraternita dell’Annunziata.
A pranzo (o cena) il fritto misto alla piemontese e ancora miele, da degustare con cura. Per gli amanti della produzione vinicola infine, la Bottega del Vino offre la possibilità di assaggiare alcuni dei vini più tipici.